Due ragionamenti a proposito di Berlusconi

di Alfonso Mandia

18 / 9 / 2011

Non so, magari sto per scrivere una stupidaggine, ma da quello che vedo in televisione o leggo in giro per internet mi pare che in tutto questo sparar titoloni sulle opposizioni che invocano le dimissioni del premier e sulla valanga di schifezze che sta venendo giù dalle intercettazioni della procura di Bari, che tra l’altro rischiano di far saltare anche il Pd,  ci sia la convinzione, o magari, chissà, il tentativo di farci credere, che una volta fatto fuori Berlusconi il grosso dei problemi sia risolto.

Io ci starei attento, a darlo per finito, il nano di Arcore.

Lasciando stare tutte le altre volte che questo augurio, per un motivo o per l’altro, si è rivelato soltanto un bel sogno, rifletterei su una serie di cose che forse non dovremmo sottovalutare.

A cominciare dall’aver piazzato in un punto nevralgico del partito un Angelino Alfano che, perfetto delfino-maggiordomo, per come la vedo difficilmente farà la stupidaggine di accoltellare il suo padrone prima di esser sicuro che questo abbia esalato l’ultimo respiro, e di personaggi che han mantenuto intatto il proprio potere anche se ufficialmente usciti di scena, la storia è piena.

Il che ci porta alla demolizione della Rai in generale e di Rai Tre in particolare, che sta andando avanti senza intoppi e senza neanche tanti clamori, anzi nella quasi totale indifferenza, prova ne è il presidio sotto la Rai chiamato  da Giuseppe Giulietti di Articolo21 a seguito della cacciata di Serena Dandini, a cui hanno risposto in quattro gatti, così che mentre la maggior parte dei media titolano che Berlusconi si sta occupando esclusivamente dei suoi fatti personali, che la Lega sta per mollarlo ma forse no, che i malpancisti del Pdl tramano alle sue spalle e via così senza sosta, lui continua a mettere a punto, praticamente indisturbato, l’unica arma, che si rivelerà potentissima nonostante tutto, che ancora può dargli qualche chance di riprendersi e magari vincere anche le elezioni, seppur per interposto segretario. La Rai è ormai diventato il suo ufficio stampa permanente e nessuno si preoccupa, cosa che sarebbe anche giustificabile se dall’altra parte della barricata ci fosse un’opposizione degna di questa definizione.

Il che, a sua volta, ci porta dritti dritti nelle braccia del Pd, che nonostante le batoste prese ogni volta che si è alleato con l'Udc, persevera imperterrito ad inseguire il partito di Casini, a sdraiarsi a pelle d’orso al cospetto delle gerarchie vaticane, a criminalizzare, passando sopra qualsiasi concetto di democrazia, chi come in val di Susa cerca di difendersi da mega opere inutili e devastanti, e di cui, se la storia degli ultimi anni ci ha insegnato qualcosa, dovrebbe esser chiaro a tutti che c’è ben poco da fidarsi riguardo alla scelta di Bersani di aver fatto nascere il Nuovo Ulivo (nuovo?!) alla festa nazionale dell’Italia dei Valori, a proposito della quale sacra alleanza, sempre insegnamenti della storia permettendo, può esser legittimo almeno chiedersi se Nichi Vendola e il suo Sel non corrano il rischio di far la parte del tacchino nel giorno del ringraziamento come fu per Fausto Bertinotti e Rifondazione Comunista ai tempi del governo Prodi, ammesso che una siffatta, almeno allo stato dell’arte, armata Brancaleone che naviga a vista nel mare grosso di una crisi epocale senza uno straccio di idea, candidato premier, o proposta realmente alternativa di civiltà e sviluppo, ce la faccia a vincere le elezioni che ci aspettano al massimo tra due anni.

Quando nacque la Lega tutti parlavano di Bossi come una bestia ignorante destinata a dissolversi nel suo stesso folklorismo nel giro di qualche anno, e oggi ce lo ritroviamo insieme alla sua ghenga a dettare le linee politiche di un governo che sta devastando il paese come nessuno è mai riuscito a fare.

Sottovalutare oggi Berlusconi consegnandolo ai libri di storia prima ancora di aver visto il suo cadavere passare sul fiume potrebbe avere conseguenze per niente meno disastrose.

Anche su questo sarebbe bene facessimo una seria riflessione.


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