Dax, l'amore di un compagno non muore mai

Utente: Heval
18 / 3 / 2010

dax, il murales delle compagne e dei compagni sulla darsenaMartedì mattina, appena sveglio, lo sguardo è caduto sul calendario. Ed una fitta atroce ha attraversato il cuore. Un dolore immenso che, anno dopo anno, si ripete. 16 marzo. Sono passati sette anni, ma è come fosse adesso. La notte infame di Rozzano, le lame che hanno colpito un compagno, un combattente. Sono passati sette anni, ma è come se Dax fosse ancora tra noi. Come quella sera al pub, a ridere e scherzare dopo una giornata di duro lavoro. E il pensiero sempre rivolto agli altri, agli ultimi, ai senza casa, a tutti coloro che vedono i propri diritti negati. Questo è Davide Cesare, per i compagni semplicemente Dax. 13 ore al giorno sul camion e la sera, al posto del meritato riposo, a lottare contro l'ingiustizia al centro sociale Orso. Dax lavoratore onesto, esempio di compagno e di militante per i quali é doveroso battersi nella lotta per il riconoscimento dei diritti, visto che di doveri ne assolvono e fin troppi. Dax conosceva tutti o perlomeno tutti conoscevano lui. Sempre presente, mai un passo indietro, nella Brescia di Radio Onda d'Urto e del Magazzino 47 o della Rozzano dove dalla resistenza sociale nasceva l'Orso, luminoso esempio di militanza già dal nome, Officina di Resistenza Sociale. Sembrava la migliore descrizione di Dax.Sono passati sette anni di dolore, di infamie, compagni uccisi e violenze fasciste in aumento (solo qualche settimana fa, nel silenzio volgare e squallido del regime mediatico, un compagno è stato accoltellato a Modena dal locale responsabile di Casa Pound). Sette anni di lotta. Tante cose sono cambiate. Nei primi anni il 16 marzo è stata l'occasione di scendere in piazza contro la guerra (erano gli anni delle bandiere pacifiste ai balconi, contro la guerra in Iraq, contro l'invasione dell'Afghanistan, contro tutti coloro che pensavano che dovessero dominare le bombe e gli eserciti, le atrocità e la violenza), contro il razzismo, per il diritto alla casa e alla dignità. L'Orso non c'è più. Si è sciolto qualche anno dopo, non riuscendo a resistere all'ondata di omologazione, di conformismo, di ipocrisia, di repressione, dei fascismi e delle mafie degli affari e dei moderni caporalati che sta inondando la Lombardia. L'estate scorsa la repressione ha colpito il COX e l'Archivio Primo Moroni, una delle esperienze militanti e di lotta più belle, più entusiasmanti e più forti. Ma i compagni hanno resistito e l'hanno riconquistato. La bandiera degli oppressi non è stata ammainata. E, ovunque non verrà ammainata, là Dax ci sarà. Ovunque la repressione, la paura, l'omologazione, l'oppressione cercheranno di ingabbiare i colori, la rabbia, la passione. Ucciso il 16 marzo 2003 perché militante antifascista, due giorni dopo il compleanno di Carlo Giuliani. Dax vive, Dax ama ancora. L'abbiamo visto scritto nei graffiti che hanno urlato al cielo di migliaia di muri, di tanti angoli d'Italia. Ama, di una passione infinita, di chi spende tutta la propria vita per ideali forti e belli. Un caro compagno, Dino Frisullo, dal letto che lo teneva inchiodato e gli impediva di essere in piazza contro la guerra (inchiodato, e troppo presto strappato alla vita) scrisse che non aveva paura di morire, l'importante era suscitare ricordi forti e belli. E Dax ne ha suscitati di splendidi, di ricordi e sentimenti così forti e belli che hanno scavalcato l'infame notte e ancora oggi infiammano i cuori. Vive e lotta ancora, ama e amerà sempre. Nel popolo dei sognatori e dei ribelli. In una delle loro canzoni più belle i Modena City Ramblers cantano "Un giorno, guidati da stelle sicure, ci ritroveremo in qualche angolo di mondo lontano, nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati o sui sentieri dove corrono le fate". Nella lotta dei compagni come Dax, dei militanti che non si arrendono e giorno dopo giorno costruiscono i loro sogni, guidati dalle stelle più luminose dei cuori veri e degli ideali appassionati, la musica dei poveri e il calore degli ultimi disegnano la magia più bella.Hasta siempre combattente!

Noi abbiamo l’allegria delle nostre allegrie.

E abbiamo anche l’allegria dei nostri dolori,

perché non c’interessa la vita indolore che la civiltà del consumo vende nei supermercati.

E siamo orgogliosi del prezzo di tanto dolore che per tanto amore paghiamo.

Noi abbiamo l’allegria dei nostri errori che mostrano la passione di seguire il cammino.

E abbiamo l’allegria delle nostre disfatte

Perché lottare per la Giustizia e la Bellezza vale la pena anche quando si perde.

E soprattutto abbiamo l’allegria delle nostre speranze.

In tempi di disillusione, quando la disillusione si è trasformata in articolo universale di consumo di massa.

Noi continuiamo credendo nei poteri luminosi dell’abbraccio umano

Grazie Dax, grazie di resistere.

Rassegnazione è paura e complicità. Contro la rassegnazione pensare l’impensabile. Contro la paura imparare il coraggio. Cospirare vuol dire respirare insieme. Viva Dax Libero e Ribelle...

alessio di florio