Come volevasi dimostrare

di Alfonso Mandia

22 / 9 / 2011

E alé!, il Nuovo Ulivo è stato praticamente rottamato a neanche dieci giorni dalla sua nascita.

L’improvviso accelerarsi degli eventi, il Governo che l’altro ieri è andato sotto cinque volte alla camera, la netta presa di posizione  di Confindustria che ha chiesto la testa del nano di Arcore, la ghiottissima occasione di veder franare definitivamente la cricca Berlusconiana grazie al voto segreto di oggi pomeriggio sul caso Milanese, ha rimesso in gioco prepotentemente l’ipotesi del solito governo di responsabilità nazionale e quindi le truppe di Veltroni e Fioroni che un’alleanza con il baricentro mancino non hanno nessuna intenzione di ingoiarla, tant’è che stanno facendo carte false per riagganciare il Terzo Polo, i moderati del Pdl e, già che ci sono, fare le scarpe al loro illustrissimo presidente di partito, .

Naturale che il prode Bersani non ci ha pensato mezzo secondo a dichiararsi disponibile ad un atto di responsabilità per la salvezza del paese mandando all’aria la scomoda alleanza a beneficio dei classici giochetti da quattro soldi fatti per salvare le poltrone e lasciare tutto immutato.

A questo punto temo che l’aspetto più pericoloso di tutta la situazione non sia neanche tanto più Berlusconi, quanto quello che ci aspetta dopo, ammesso e non concesso, come ho scritto qualche giorno fa, che il vegliardo non si inventi qualche altra magia per risollevarsi alla faccia di chi gli vuole male.

in un contesto in cui Standard’s and Poor ha declassato il rating dell’Italia,Moody's minaccia una catastrofe nucleare, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia chiede di innalzare l’età pensionabile a settant’anni e, in sostanza, la libertà per gli imprenditori di fare quel cazzo che vogliono senza rotture di balle, i referendum sui beni pubblici son diventati carta straccia, è facilmente immaginabile con quale zelo, un governo di responsabilità nazionale o come chiamar si voglia, composto delle ex “opposizioni” e dai pentiti del Pdl, si dedicherà a radere al suolo gli ultimi scampoli di democrazia, welfare, cultura, università, scuola, lavoro, pur di apparire affidabile agli occhi dei poteri finanziari nazionali e internazionali.

E in tutto questo le sinistre “sinistre” dove sono?, cosa aspettano a veicolare in qualcosa di costruttivo la rabbia popolare che continua a montare come uno tsunami?, quali prospettive immaginano per il paese?, che soluzioni propongono per cambiare un sistema che va ripensato e ricostruito dalle fondamenta, che sposti il baricentro dell’agire politico quotidiano dal servilismo verso le istituzioni finanziarie e imprenditoriali alla restituzione della dignità alla popolazione e della possibilità per tutte e tutti di poter almeno immaginare un futuro che non sia di fame e sfruttamento?, come intende aprire una battaglia transnazionale che unisca tutte le forze comuniste, socialdemocratiche, verdi, sindacali che lottano per un mondo altro, per almeno tentare di stravolgere il senso e la politica di una Unione Europea che ha fallito miseramente tutti gli obiettivi per i quali teoricamente è nata, tramutandosi negli anni da forza da contrapporre allo strapotere dell’impero americano, a silente esecutrice delle più sciagurate pratiche neoliberiste, fasciste e razziste, che ha azzerato la sovranità degli stati che la compongono e la propria, incapace di perseguire politiche che non siano l’usura, lo strangolamento di intere popolazioni, la guerra a fini commerciali, chiusa e blindata nella propria fortezza nel vano tentativo di resistere all’assalto dei barbari, che però provengono dagli stessi paesi sulle spalle dei quali l’occidente intero ha accumulato le proprie ricchezze depredando, saccheggiando, cancellando culture vite sogni e speranze di milioni e milioni di esseri umani.

Ho paura che nessuna di queste sinistre abbia la benché minima risposta anche soltanto ad una sola di queste domande.

E che tra non molto dovremo ancora una volta constatare sulla nostra pelle che al peggio, purtroppo, può non esserci mai fine.


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