BNL - Luigi Abete ed il cameriere/consulente

Utente: Radisol
17 / 5 / 2015

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Pensavamo di starcene un po’ zitti e buoni.

Il rinnovo del CCNL, come già detto, ci sembra abbia oggettivamente sancito una sconfitta dei falchi interni all’Abi e tra questi falchi c’era anche la Bnl. Certo nulla di esaltante ma, visti i tempi e le premesse, ci sembra che è andata bene e non è quindi il caso di stare troppo a spaccare il capello sull’argomento.

Certo, come abbiamo detto altre volte, quando stiamo zitti qualcuno deve preoccuparsi di più di quando scriviamo.

E infatti stavamo lavorando, con la dovuta calma ed accortezza, ad una specie di “grande botto”, già più volte in qualche modo preannunciato, ma che essendosi recentissimamente arricchito di elementi nuovi, è cosa che va studiata e maneggiata con cura per poi raggiungere il massimo effetto.

Ma in Bnl succede sempre qualcosa che ci costringe invece ad esternalizzare ed è capitato anche questa volta.

I colleghi, in particolare quelli romani, sapranno certamente che, sin dai tempi della presidenza Nesi, era stato creato nei locali della direzione Bnl in zona Ludovisi, inizialmente in Via Lombardia e poi in Via Veneto, una specie di lussuoso ristorante interno ad uso e consumo esclusivo del top management e di eventuali propri ospiti più o meno “illustri”.

In verità, per decenni ne è stato fatto un uso tutto sommato discreto e quasi completamente legato ad esigenze istituzionali appunto della Bnl.

In anni più recenti, invece, è capitato che di questo “ristorante interno” si parlasse più volte anche sulla stampa e soprattutto in alcuni siti web particolarmente legati al “gossip” ( ed anche al “cafonal”) tipico di certo generone del potere politico ed economico della Capitale.

Per cui abbiamo appreso anche di pranzi e cene - saremmo curiosi di sapere a spese di chi - decisamente poco relativi appunto ad esigenze istituzionali della Banca, tipo il tentativo un due-tre anni fa, poi abortito, di costruire, davanti a tavole debitamente imbandite, una candidatura a Sindaco di Roma del Presidente della Bnl Luigi Abete.

Ma anche in tempi più recenti abbiamo appreso di sontuosi ricevimenti offerti in onore di personaggi dello spettacolo, della cosiddetta “cultura” ed ovviamente anche della politica.

Ed ormai da molti anni il factotum di questa struttura ( la cucina vera e propria è affidata a chef esterni vari reclutati di volta in volta anche se alcuni particolarmente ricorrenti), che in verità sono molti a definire ormai come soprattutto una specie di personale “dependance” proprio del Presidente Bnl, era un collega, se ricordiamo bene già capo-commesso in quel di Aldobrandeschi, ma che del “camerierato extra-lusso” si dice fosse professionalmente già un grande esperto anche prima di venire molti anni fa a lavorare in Bnl, appunto inizialmente con mansioni di commesso.

Sinceramente in questi anni non abbiamo seguito la eventuale evoluzione di carriera di questo – almeno come qualità professionali decisamente diverse da quelle classiche di banca – anomalissimo “collega”, anche se immaginiamo che una qualche evoluzione di questo tipo nel tempo ci sia fatalmente stata.

Comunque, apprendiamo ora che il “collega” è inevitabilmente arrivato, per raggiunti limiti di età e/o di anzianità di servizio, alla pensione alla fine del mese di Marzo 2015. Ma ovviamente non è questa la “notizia” che ci sollecita ad interrompere il nostro silenzio-stampa.

Si tratta invece del fatto che sempre il “collega” in questione è stato “trattenuto” in Bnl, naturalmente a svolgere la stessa identica mansione poco legata a professionalità di tipo bancario/finanziario, sin dal giorno immediatamente successivo al pensionamento dalla stipula di un contratto di “consulenza”, per ora su base annuale, con compenso di poco inferiore alla cifra dei centomila euro appunto annui.

E, come ciliegina sulla torta, pochi giorni dopo il suo formale pensionamento, è stato anche assunto come impiegato in Bnl un di lui pargolo, anch’esso destinato alle stesse identiche mansioni del paparino in quella specie di “Terrazza Martini” aziendale di cui parlavamo. Ed immaginiamo, quindi, destinato nel tempo a rinverdire i fasti paterni in materia di “camerierato extra-lusso” magari presso la analoga struttura già prevista nel costruendo Centro Direzionale attiguo alla Stazione Tiburtina e che dovrebbe prima o poi sostituire il complesso di Via Veneto.

Non crediamo ci sia bisogno di chissà quali commenti e di chissà quale morale finale.

Ci sembra, molto semplicemente, che siamo ormai – da parte di chi ha costruito e realizzato queste scelte - alla rappresentazione più becera e ripetitiva di una certa “commedia all’italiana”, ad una specie di romanissimo “Marchese del Grillo” … “Io so io e voi non siete un c…. “ che non fa nemmeno più minimamente ridere.

Noi ci limitiamo ad informare, poi ognuno può trarre il giudizio che ritiene più opportuno.

InfoAut Bnl - Redazione