Un incontro pubblico indecente in occasione del 25 novembre

Bergamo, agghiacciante celebrazione del Comune per la Giornata contro la violenza sulle donne

Relatore un frequentatore abituale dei costumini succinti a "Miss Padania"

Utente: saraeva
23 / 11 / 2009

L'amministrazione comunale di Bergamo ha deciso di “celebrare” il decimo anniversario della proclamazione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donne (25 novembre).

Ha così invitato la cittadinanza a un incontro organizzato nell'aula consiliare, sabato 21.

Due relatori: la presidente del centro antiviolenza presente in città e uno psicologo.

Il presidente del Consiglio comunale apre l'iniziativa dicendo che le donne vengono maltrattate, che non va bene, che in una società come questa in cui la televisione trabocca di donne-oggetto seminude bisogna davvero cambiare rotta.

Attenzione: lo psicologo, seduto accanto a lui, è uomo di indubbia fede leghista e... ogni anno partecipa alla trasmissione televisiva “Miss Padania”, in cui viene eletta la bellissima del reame. Le ragazz(in)e in costume succinto fanno balletti, sfilano, si fanno guardare avanti e dietro. Alè. In mezzo a loro lo psicologo spiega come affrontare la prova senza paura.

È lui! Lo stesso che annuisce mentre il rappresentante del Comune dice che 'sta tv spazzatura non va bene perché le donne diventano oggetti e non persone! Indossa perfino il fiocco bianco, quello che portano gli uomini che vogliono combattere la violenza sulle donne.

Interviene spiegando a lungo, molto tecnicamente, come la personalità violenta di un uomo si formi da bambino, quando mamma e papà sbagliano ad educarlo. Una personalità dipendente, poca autonomia, poca responsabilità e via: il violentatore è pronto.

Intorno a lui, continua a spiegare, una società in cui i giovani hanno dentro un vuoto così grande che riescono a colmarlo solo bevendo, drogandosi e ubriacandosi di alti volumi. Niente più emozioni reali ma solo reality show e finte identità.

Conclusione: “bisogna rimettere l'uomo al centro della vita”, recita così l'ultima slide della sua presentazione power point.

Una presente gli fa notare che forse se scriveva “l'uomo e la donna” invece che solo “uomo” era meglio, che uomo non è parola neutra ma vuol dire proprio uomo, e che donna è un'altra cosa.

Lo psicologo reagisce con una smorfia che vuol dire “che sottigliezze inutili, il concetto era quello”.

Un'altra pone il problema che forse anche il contesto socio-culturale ha la sua importanza, che non tutto si decide quando uno ha 5 anni.

Arrivare a spiegare che violenza è qualcosa di più complesso di botte e stupro era troppo, in fondo lo psicologo fa il su mestiere, non è mica un sociologo. Il fatto che diverse donne presenti ribadiscano che la violenza “non è un fatto privato ma un problema collettivo” è un'altra cosa, a lui spetta fare l'identikit della personalità dell'uomo cattivo.

Ecco servito l'impegno del Comune per la lotta contro la violenza sulle donne. In una provincia che rispetta tutte le statistiche: una donna su tre subisce violenza, otto volte su dieci il maltrattatore è il partner, nel 2008 sette donne uccise dagli ex.

Intanto al centro antiviolenza arriva qualche soldo per sbaglio, ricavato negli avanzi del bilancio. Tanto ci sono le volontarie che aiutano quelle in difficoltà. Il volontariato è importante, “Bergamo è una città solidale”, come dice l'assessore ai servizi sociali.

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