Fonte: Il Mattino.it 24.12.2010

Padova - Blocco della didattica, 400 docenti precari guidano la protesta

24 / 12 / 2010

I precari dell'università non hanno alcuna intenzione di ammainare bandiera bianca. Con il voto del Senato espresso ieri la riforma Gelmini è diventata legge, ma la protesta di ricercatori e dottorandi, che si concretizza nel blocco della didattica e nel rifiuto di svolgere attività non retribuite né previste dal contratto, proseguirà nel 2011 mettendo in seria difficoltà alcune facoltà.  

Si tratta di quei dipartimenti e facoltà che hanno posticipato nel secondo semestre i corsi con la docenza a rischio dei ricercatori precari, come Psicologia e Scienze politiche. I dottorandi l'hanno reso noto mercoledì con due striscioni, esposti dalla sede dell'università popolare in corso Garibaldi 41, che recitavano: «Siamo stufi di pedalare» e «Chi non ci ama non ci merita». «Abbiamo lanciato una raccolta firme per censire gli indisponibili del secondo semestre. 

Ci sono già 400 adesioni su 1400 tra dottorandi e post-doc del Bo - ha spiegato Eugenio Pappalardo, dottorando di Geografia - In gennaio, alla riapertura dell'università, consegneremo il documento al rettore Zaccaria».  E se i dottorandi «indisponibili» possono contare su numeri consistenti, ancora più preoccupazione tra presidi e rettore desta la posizione dei ricercatori. Molti di loro hanno annunciato da ottobre l'intenzione di astenersi dalla didattica per tutto l'anno accademico, garantendo solo gli insegnamenti fondamentali per tenere in vita alcuni corsi di laurea. 

Le facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, di Ingegneria e di Chimica hanno riorganizzato la didattica di conseguenza. A Lettere il preside Cortelazzo ha drasticamente limitato l'offerta formativa, sospendendo tutti i corsi (120 circa) senza la garanzia della docenza. 

A Scienze politiche ed a Psicologia i consigli di facoltà hanno stabilito lo spostamento al secondo semestre di tutti gli insegnamenti di cui sono titolari i ricercatori indisponibili. 

Una scelta studiata per limitare l'effetto della protesta che rischia di rivelarsi un boomerang insidioso. In entrambe le facoltà circa il 50% dei ricercatori è indisponibile alla didattica e alla ripresa dell'attività accademica, dopo le vacanze di Natale, rettore e presidi dovranno gioco forza confrontarsi con loro. Con i consigli di facoltà di gennaio si deciderà il destino di molti corsi di laurea.